L'agricoltura biologica è un metodo di produzione che consente la produzione di prodotti di qualità preservando le risorse naturali e l'ambiente, rispettando l'ecosistema e la salute dell'uomo, delle piante e degli animali. E' regolamentata in diversi Paesi nel mondo da leggi e regolamenti ed è definita a livello internazionale dalle linee guida dell'IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements).
L'agricoltura biologica mette al centro la cura della fertilità e della salubrità del terreno che è il fondamento attorno a cui ruotano tutte le attività svolte all'interno dell'azienda. Inoltre il processo di produzione è regolamentato in dettaglio in tutte le fasi e prevede:
▪norme di produzione vegetale;
▪norme di produzione animale;
▪norme di preparazione e di etichettatura dei prodotti.
Le norme prevedono il rispetto di pratiche di difesa preventiva che l'azienda deve adottare per le produzioni vegetali e animali (utilizzo di varietà e razze locali, diversificazione colturale, sementi e materiale di propagazione di origine biologica, consociazioni, benessere degli animali, ecc.). Inoltre in tutte le fasi di produzione e preparazione è vietato l'utilizzo di prodotti chimici di sintesi e di prodotti contenenti OGM (Organismi geneticamente modificati). Infine, sia durante la fase di produzione che di trasformazione dei prodotti deve essere prevista l'adozione di misure precauzionali al fine di evitare fenomeni di contaminazione ambientale indiretta con prodotti di cui è vietato l'utilizzo.
Le aziende che applicano il metodo dell'agricoltura biologica e che vogliono destinare i loro prodotti al mercato e utilizzare le relative indicazioni in etichetta devono inoltre essere controllate e certificate da un organismo di certificazione qualificato e indipendente che operi in conformità alla norma internazionale EN 45011.
L'agricoltura biologica costituisce quindi un valido modello per la sicurezza alimentare e, al contempo, per la salvaguardia dell'ambiente. I prodotti ottenuti con tale metodo di produzione rappresentano inoltre una opportunità commerciale per le aziende agricole ed agroalimentari essendo sempre più richiesti dai consumatori e dal mercato.
AGRICOLTURA BIOLOGICA
NEWS
MIETITURA 2008
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E’ italiana 'il giovane agricoltore europeo più innovativo'
Ha un’azienda biologica di 190 ettari a Tarquinia
di Mario Papetti
Si chiama Loretta Di Simone, ha 30 anni è laureata in Giurisprudenza e di mestiere fa l’imprenditrice agricola. Ed è lei il “giovane agricoltore europeo più innovativo”. Il riconoscimento le è stato conferito dal Commissario europeo per l’agricoltura e allo sviluppo rurale Mariann Fischer Boel per la “sua capacità di aver recuperato la tradizione facendola diventare innovazione”.
Loretta Di Simone ha un’azienda biologica di 170 ettari di seminativo e 20 di boschi a Tarquinia (VT) associata alla Confagricoltura. Nella sua impresa, dopo anni di sacrifici e con la collaborazione della sorella, ha ripreso la coltivazione del farro per farne semi e farina, soprattutto quella del grano duro “senatore Cappelli”, la cui produzione era stata abbandonata negli anni ’70.
“E’ un grano che cresce fino ad 1 metro e 80 ed è facilmente danneggiabile da vento e pioggia– dice Loretta Di Simone- ma dà grandi soddisfazioni perché in azienda ne estraggo una pasta particolare che commercio su Internet ed esporto in Germania e Austria”. Nella sua azienda il prodotto viene seguito dalla semina al pastificio. Loretta Di Simone ora sta pensando di brevettare il seme del “suo grano”.
Perché questa passione per l’agricoltura?
Nonostante una laurea in Giurisprudenza il richiamo della terra è stato sempre forte. Così ho deciso di tuffarmi nell’azienda di famiglia trasformandola.
Lei coltiva un tipo di grano che di fatto era sparito dalla circolazione. Come è nata l’idea?
Mio nonno lo ha coltivato fino agli ani ’70 poi la produzione è stata interrotta. Io ho deciso di scommettere su questa particolare coltivazione all’incirca tre anni fa. Poi l’idea di produrre anche pasta . In Italia sono solo cinque i pastifici che la producono. Anche perché il grano duro “senatore Cappelli” deve essere essiccato a una temperatura al di sotto dei 38° e da un ettaro al massimo se ne possono ricavare 15 quintali. E per molti è solo un rischio. Io invece ci ho creduto e i risultati mi stanno dando ragione.
INNOVATIVE YOUNG FARMER AWARD 2008
I nostri prodotti sono fatti solo ed esclusivamente con le nostre materie prime e sono lavorati in un antico molino a pietra che lavora a bassissima temperatura solo prodotti biologici in modo da mantenere la salubrità del prodotto e il sapore.
In particolare, le nostre paste di Senatore Cappelli e di farro sono fatte interamente con il nostro Cappelli Bio o il nostro farro Dicocco Bio, senza alcuna miscela con altri tipi di grano o farro, come invece puo’ trovarsi sul mercato; inoltre, il pastificio lavora in maniera completamente artigianale, con l’impasto le cui dosi sono decise dal mastro pastaio sul momento, in base alle condizioni atmosferiche (es. grado di umidità/calore), alla consistenza del semolato e al formato da eseguire. L’impasto ottenuto passa nelle trafile in bronzo, viene tagliato a mano, indi disposto su telai di legno e portato nelle celle di essiccazione, dove rimane per 5 giorni ad una temperatura costante che non supera i 38°, in tal modo salvaguardando il legame molecolare della materia prima e il sapore. Infine noi etichettiamo personalmente ogni singola confezione, controllando che il prodotto sia adeguato al consumo.
LE RICETTE di Loretta