Il farro è il cereale più antico fra quelli consumati dall'uomo. Le prime menzioni di questo cereale si ritrovano nella Bibbia. Era conosciuto e coltivato nell'antico Egitto. Ezechiele lo usava come uno degli ingredienti per il suo pane (Ezechiele 4:9). La farina di farro costituiva la base della dieta delle popolazioni latine.
Sembra che il luogo di origine di questo cereale sia stata la Palestina, da qui si è poi diffuso in Egitto (è stato trovato nelle tombe egizie) e in Siria (è citato già nelle opere di Omero).
Per secoli il farro è stato l'alimento base dei romani: era considerato un bene molto prezioso, fungeva infatti da merce di scambio e partecipava al rituale del matrimonio (cumfarreatio): la sposa offriva allo sposo un dolce o un pane fatto con la farina di farro, che consumavano insieme. Il farro veniva anche utilizzato in alcune cerimonie religiose, come dono propiziatorio agli dei. Del resto, la parola farina deriva proprio dalla radice far, il termine latino per "farro".
Il farro è una pianta erbacea della famiglia delle graminacee. Se ne distinguono tre tipi: il Triticum dicoccum, il farro propriamente detto o medio, il Triticum spelta, chiamato anche spelta o farro maggiore, e il Triticum monococcum, chiamato anche piccolo farro.
Il farro ha avuto un successo notevole grazie al fatto che cresce bene in terreni poveri ed è molto resistente al freddo.
Con l'avvento di altri cereali, nel medioevo, venne progressivamente abbandonato poiché la resa per ettaro non è molto elevata e la raccolta è difficoltosa poiché i chicchi tendono a cadere sul terreno man mano che maturano.
Il farro cresce bene su terreni poveri di elementi nutritivi, in zone collinari tra i 300 e i 1.000 m s.l.m.; ma noi della “Turchina” (280 m.s.l. m.) siamo molto fortunati, poiché la nostra terra è ricca di proprietà organolettiche tali da donare ai nostri cereali un’ abbondanza di proteine e glutine ed un gusto pieno. Seminiamo il nostro farro, sia Spelta che Dicocco, tra Novembre e Dicembre, su terreno precedentemente preparato, utilizzando seme vestito. Come è nostra pratica abituale, aderendo al Disciplinare dell’agricoltura Biologica ex Reg. CEE 2092/91, la preparazione del terreno non fa uso di diserbanti. La pianta è robusta e non abbisogna di concimi (neanche organici), essendo resistente al freddo, alle malattie e agli agenti infestanti.
La raccolta, leggermente più tardiva rispetto a quella del grano, si effettua in estate con le normali macchine usate anche per la mietitura del grano: il seme, a fine trebbiatura, conserva ancora l'involucro protettivo, per cui necessita di una ulteriore fase di lavorazione (denominata "sbramatura" o "brillatura") [La resa in brillato risulta pari a circa il 60-70% del prodotto iniziale]. Questo inconveniente, unito anche alla bassa resa, lo ha reso nel tempo meno "popolare" del grano ed ha di fatto spinto il coltivatore a rivolgersi verso colture più redditizie.
Poiché in regime di Agricoltura Biologica le rese per ettaro delle produzioni sono notevolmente più basse, abbiamo naturalmente deciso di recuperare le antiche sementi, riscoprendo la bontà del farro e degli altri cereali tradizionali.
Questo cereale si trova in commercio in due forme: il farro decorticato (o semplicemente farro) e il farro perlato.
Il farro è un cereale "vestito", in quanto la glumetta, la pellicola esterna del chicco, ricca di fibre, è perfettamente aderente e quindi non viene eliminata dalla normale raffinazione con rulli cilindrici a cui è soggetto il frumento.
Il farro decorticato conserva la glumetta intatta, che viene invece eliminata nel farro perlato, che si presenta di colore molto più chiaro e cuoce in un tempo decisamente inferiore.